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L’Etere di M. Todeschini

1. Premessa

Mi imbattei in Todeschini poco più che ventenne attraverso il suo ultimo libro “Psicobiofisica: scienza unitaria del creato” Ed. MEB. Mi colpì molto anche se richiese un certo impegno nel leggerlo tutto, dissertazioni di fisica e dimostrazioni matematiche comprese… Allora non si parlava ancora di “universo olografico”, “universo elettrico” e cose del genere – almeno non a livello di grande pubblico – internet non esisteva, l’ipotesi delle “onde di torsione” era al di là della cortina di ferro e “The Divine Cosmos” di D. WilcocK era ancora nel mondo delle idee…

Proprio alla luce di queste teorie messe di recente in circolazione e riprese da molti ricercatori (vedere anche su questo Forum), ho ripreso in mano questo vecchio libro che, almeno mi sembrava di ricordare, anticipasse alcuni di queste tematiche, anche perché di recente ho notato che c’è stato un risveglio d’interesse, almeno editoriale, verso gli studi di Todeschini (Macro Edizioni ha pubblicato “Marco Todeschini – Spaziodinamica e Psicobiofisica” di M. Teodorani).

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Marco Todeschini

Gli studi, le scoperte e le formulazioni teoriche di Todeschini si svilupparono nella prima metà del 1900, fino ad arrivare alla pubblicazione del volume “Psicobiofisica” del 1978, in cui riassunse una vita di indagine scientifica anticonformista, in aperta polemica con le teorie fisiche dell’ortodossia scientifica, in particolare con l’impostazione di Newton e di Einstein per quanto riguarda l’assunzione di uno spazio vuoto.

Le idee anticonformiste di Todeschini ebbero vasta eco sia nel mondo scientifico sia sulla stampa, in particolare negli anni ’60 e ’70, poi cadde il silenzio. Nel frattempo altri scienziati e studiosi, sia “oltre cortina” che “oltre oceano” cercavano teorie e risposte più soddisfacenti all’assunto della fisica “ufficiale” di uno spazio vuoto…. che si curva e trasmette ogni sorta di radiazione. Si ricominciò a parlare di “etere” – magari con altri nomi o giri di parole – e poi di “universo olografico”, “universo elettrico” e “universo plasmatico” e così via per costruire un modello più consono alla realtà e che considerasse, almeno per alcuni studiosi, anche la componente “spirituale” dell’universo, l’elemento “Coscienza”, da sempre escluso a priori, perché ritenuto indimostrabile, dalla ricerca scientifica ortodossa e seria. Il punto di svolta fra la concezione meccanicistica dell’universo e questa nuova ondata di idee ed ipotesi si ebbe con la formulazione delle teorie della Fisica Quantistica, ultimamente prese da molti “ricercatori spirituali” (in molti casi, ho il sospetto, anche a sproposito) come elementi a sostegno delle loro idee innovative. Nell’ambito dell’esame di tutte queste nuove idee merita a mio avviso di essere rivisitata l’opera di M. Todeschini, in quanto precursore (per giunta italiano) di molte delle teorie più recenti.

Rileggendo oggi le righe di “Psicobiofisica – Scienza unitaria del creato” ci s’imbatte in una persona di ampie vedute che, con il linguaggio proprio della Fisica, con una serie di dimostrazioni matematiche e concettuali perviene alla conclusione che accanto all’universo materiale, oggettivo, deve esistere, come logica ed ineluttabile conseguenza, un altrettanto reale mondo spirituale, motore primo dell’esistenza dell’universo fisico stesso.

Benché la sua formazione religiosa lo porti, un po’ avventatamente, ad affermare, che la dimostrazione dell’esistenza di una non meglio definita realtà spirituale conduca, come conseguenza, alla completa validazione della concezione cristiana del mondo, Todeschini resta un uomo dalla mente estremamente aperta per il quale la ricerca scientifica della verità viene prima di ogni altra considerazione o credo.

Benché nella sua opera non si parli esplicitamente né di “energie sottili” né di “auree” o di “chakra”, la sua teoria dell’universo non esclude affatto tutto questo, anzi… Egli era attratto da tutto quanto appariva inspiegabile, fenomeno UFO compreso… e s’interessò molto all’energia emessa dai pranoterapisti, al punto di costruire degli apparecchi che la rilevassero!

La visione dell’universo di Todeschini può apparire alquanto meccanicistica, considerando qualunque fenomeno come il prodotto di etere o spazio fluido in movimento, ma in definitiva rispecchia l’antico concetto indù di Maya, riproponendo l’eterno dualismo Spirito / Materia ed non va sorvolato il fatto che, partendo da un punto di vista fisico e matematico, potrebbe costituire un ponte tra il linguaggio della Fisica e quello di discipline più umanistiche, quali la ricerca della realtà energo-spirituale dell’Uomo.

Nella concezione di Todeschini non si parla di universo pluridimensionale, né di Energie Sottili o di multiverso… ma nulla vieterebbe di considerare il tutto come livelli differenti dell’etere universale (SPAZIO FLUIDO), oppure di concepire diversi eteri a cui corrisponderebbero diverse dimensioni della realtà, in accordo con la Tradizione.

Occorre anche tenere presente che negli anni ‘60-‘70, almeno in Italia, la conoscenza dei “corpi energetici dell’uomo” e delle terapie energetiche, era molto scarsa. Se ne poteva leggere solo nei testi teosofici mentre a mala pena correva voce che alcune persone speciali erano dotate d’un misterioso fluido curativo; per lo più erano persone che non avevano la minima idea di come ciò avvenisse e cosa facevano esattamente, considerandolo ciò in molti casi uno speciale dono del Signore… L’agopuntura era appena sbarcata dal misterioso oriente, a ruota dello Shiatsu giapponese, ed era considerata dai più una pratica senza alcun fondamento oggettivo… Interessarsi di Parapsicologia era roba underground o da visionari, così come dare credito ai racconti di Castaneda, mentre si cominciava appena a parlare di Psicosomatica e di Bioenergetica… Dobbiamo forse ringraziare Massimo Inardi ed il Rischiatutto se l’acronimo ESP cominciò a diventare d’uso corrente… mentre in edicola usciva il mitico “Giornale dei Misteri” che parlava persino di UFO e di Archeologia Misteriosa… e Peter Kolosimo rompeva i tabù della storia antica ufficiale…

2) La vita

Nato a Valsecca di Bergamo nel 1899, si laureò in ingegneria meccanica ed elettronica al Politecnico di Torino; in seguito si specializzò e si diplomò in vari rami della fisica e della fisioneurologia. inoltre, insegnò come Professore Ordinario di meccanica razionale ed elettronica al biennio di Ingegneria Superiore STGM a Roma, e fu anche docente di Termodinamica all’Istituto Tecnico Industriale Paleocapa a Bergamo.

Realizzò varie invenzioni e compì una serie di ricerche teoriche e sperimentali, giungendo a scoprire le modalità con le quali si svolgono e sono collegati tra loro i fenomeni fisici, biologici e psichici, di cui determinò le precise relazioni matematiche reciproche e di assieme, coordinandoli tutti in una scienza universale denominata dunque Psicobiofisica,spiegata scientificamente attraverso la “teoria delle apparenze”.

Todeschini è stato proposto nel 1974 per il Premio Nobel. Morì nel 1988 e venne sepolto nel suo paese natale, dove gli fu intitolata la piazza principale del paese e posto un monumento in suo onore. Grazie al suo lavoro, sia in Europa che in America sono sorte diverse cattedre di Psicobiofisica e i suoi principi sono stati introdotti in alcuni testi di Università ed Istituti, e sono stati esposti da diversi scienziati in migliaia di articoli su giornali, riviste, libri e in conferenze varie.

3) Le opere

“L’aberrazione cinetica dei raggi catodici”, Editrice Ambaglio, Pavia 1931

“La Teoria delle Apparenze – Spaziodinamica e psicobiofisica”, Edizioni C.I.P.

(Centro Internazionale Psicobiofisica), Bergamo 1949

“La Psicobiofisica”, Edizioni C.I.P., Bergamo 1953

“Einstein o Todeschini? Qual’è la chiave dell’universo?”, Edizioni C.I.P.,

Bergamo 1955 “L’unificazione qualitativa della materia e dei suoi campi di forze continui ed alterni” – Editrice Secomandi, Bergamo 1957

“Le vie che portano alla scienza cosmica unitaria”, Edizioni C.I.P., Bergamo 1960

“Esperimenti decisivi per la fisica moderna”, Edizioni C.I.P., Bergamo 1961

“Scienza universale”, Editrice Secomandi, Bergamo 1969

“Psicobiofisica – Scienza unitaria del creato”, Casa Editrice MEB, Torino 1978

4) Estratti da un’intervista effettuata da Massimo Teodorani ad Antonella, figlia di M. Todeschini

(..) Volendo saperne qualcosa di più sull’uomo oltre che sul suo operato scientifico, ho avuto il grande piacere di intervistare la figlia tuttora vivente di questo grande scienziato, Antonella Todeschini di Bergamo.

MassimoTeodorani – Come si rapportava tuo padre con il mondo accademico dei suoi tempi?

Antonella Todeschini – Lui cercava di accattivarsi i colleghi non per suo tornaconto personale ma solo ed esclusivamente per comunicare la profondità della sua scienza e delle sue scoperte, per donarla a loro. La sua teoria aveva una grande forza, ed era un dono al mondo che lui voleva fare. Alla sua morte sulla sua tomba non ho voluto mettere un monumento a mezzobusto, ma una roccia che rappresentasse il carattere del personaggio, che di fatto era una roccia.

M.T. – Quali erano gli scienziati famosi, tra quelli che gli prestarono attenzione, con cui ebbe modo di discutere della sua Psicobiofisica?

A.T. – Ad una conferenza internazionale di fisica di importanza storica che si tenne sul lago di Como, dove mio padre presentò i risultati delle sue ricerche, ricordo che mi disse di aver avuto un importante contatto con il famoso fisico atomico Niels Bohr [la spaziodinamica di Todeschini era infatti partita proprio dall’infinitamente piccolo], ma so che egli si confrontò anche con altri importantissimi fisici del tempo, il cui nome adesso non ricordo. Ricordo solo che lui mi disse che quello, tra i tanti congressi scientifici a cui partecipò, fu proprio un grande evento. Ci sono tanti documenti e incartamenti di mio padre che al momento non mi ritrovo sottomano, ma che sono in possesso di un cugino di Milano. Con ogni probabilità questo contatto con il grande fisico danese Bohr ebbe luogo attorno al 1950 e fu molto importante per mio padre, perché avvenne un anno dopo la pubblicazione di uno dei suoi libri più importanti, “Teoria delle Apparenze”.

M.T. – Tuo padre aveva qualità particolari che andavano oltre la sua ben nota intelligenza e cultura eclettica?

A.T. – Mio padre aveva una splendida vena poetica, che mi è sempre rimasta impressa. C’è uno scatolone di poesie da lui scritte, e mi è stato promesso che una parte sarà pubblicata. Il suo stile poetico era strutturato proprio come un poema, basato su una metrica molto simile a quella con cui fu scritta la Divina Commedia. In queste sue opere poetiche, che si accompagnavano al suo lavoro scientifico e si armonizzavano con esso, lui raccoglieva tutta la sua vita, il suo pensiero e anche la sua teoria. Si trovano svariate poesie anche all’interno dell’altra importante sua opera, Psicobiofisica, alcune di queste poesie sono state tradotte anche in francese da un suo collega. Ti farò leggere le sue poesie e voglio che siano pubblicate. Credo che questa vena poetica gli venisse anche dal profondo rapporto che lui aveva con mia madre, donna eclettica, grande amante della letteratura e del pianoforte. Mio padre assorbì molto da mia madre. Dietro un uomo così sublime c’era dunque anche una donna altrettanto sublime: un grand’uomo ha sempre accanto una grande donna.

M.T. – In che modo l’essere religioso lo spinse a proseguire con le ricerche? Da dove traeva tutte quelle incredibili energie che lo spinsero a produrre un lavoro così imponente?

A.T. – Mio padre aveva ottimi rapporti con la Chiesa. Ma non nel senso che lui fosse maniacalmente praticante, certamente non era fanatico, ma era senz’altro molto religioso. Con serietà. Durante la guerra avevamo fatto un voto per ringraziare che tutto era andato bene, e infatti nel 1961 andammo a Roma per ringraziare la Madonna del Divino Amore.

M.T. – Come vedeva tuo padre il futuro dell’umanità? Era ottimista o pessimista?

A.T. – Mio padre vedeva il mondo molto ottimisticamente, perché era uno spiritualista, era mosso dallo spirito e non dal materialismo. La grande forza e tenacia che traeva da questa smisurata spiritualità la profondeva tutta nelle sue ricerche. La sua opera scientifica era tanto grande e vasta che essa includeva anche lo spirito, non solo la materia che convenzionalmente trattano tutti gli scienziati, ma andava oltre.

M.T. – Quale era il suo più grande sogno?

A.T. – Era quello di riuscire a donare al mondo la sua opera nella sua interezza, affinché il mondo potesse apprendere, per scopi benefici e mosso da intenti spirituali, non solo conoscitivi. Mio padre non voleva essere il detentore delle sue stesse opere, e infatti le dette in pasto a tutti. Ha voluto dare a tutti: “Voi siete i miei araldi – diceva alle tante persone e colleghi che lui riceveva – e io vi invito a spaziare nella mia teoria, e ad apprendere e assorbire tutto quello che vi ho dato”. Non era assolutamente fanatico di emergere, voleva invece che emergesse la sua opera per il bene dell’umanità. Era una grande spinta spirituale quella che lo muoveva.

M.T. – Tuo padre si interessava della ricerca scientifica sulle intelligenze extraterrestri, quella ricerca che oggi si chiama SETI?

A.T. – Non esattamente di quella. Però, seppur con la cautela dello scienziato, ricordo che lui aveva un interesse per gli UFO, proprio perché amava sapere ed esplorare. Riceveva spesso persone che erano tutte protese verso la questione degli UFO e li riceveva volentieri perché voleva conoscere tutto da loro su quella materia e li ascoltava con grande attenzione [non è forse una coincidenza il fatto che Todeschini, proprio sulla base della sua teoria sull’etere, avesse progettato uno marchingegno a levitazione denominato “motore a forza propulsiva centrifuga”]. Aveva un’apertura mentale, solo ed esclusivamente per conoscere. Allo stesso modo era interessato al fenomeno dei “guaritori”, perché voleva cercare un riscontro di certi fenomeni non ancora spiegati, con la sua teoria [e infatti una parte della teoria di Todeschini, che racchiude in sé anche i cosiddetti “fenomeni metapsichici”, lo portò ad ideare e costruire strumenti di misurazione che erano in grado di rivelare, ad esempio, l’energia cinetica prodotta dal “fluido” emesso dai pranoterapeuti]. Mio padre voleva trasformare il mistero in scienza, la sua scienza. E infatti per lui la scienza non era solo materia, ma anche spirito. Voglio che la teoria di mio padre sia meglio conosciuta e studiata.

5) Estratti dal capitolo VI “Riassunto generale dell’opera” di “Psicobiofisica – Scienza unitaria del Creato” (1978)

(Il “collage” dei brani, le evidenziazioni in grassetto e la suddivisione in sezioni sono mie, mentre il testo, in corsivo, è tratto dal libro)

Universo Vuoto o Pieno?

Filosofi e scienziati per spiegare l’Universo ed i suoi fenomeni sono ricorsi sempre a due ipotesi basilari in netto contrasto fra di loro: quella del pieno e quella del vuoto.

– La prima di queste ipotesi consiste nell’ammettere che le masse materiali dell’Universo siano immerse in un fluido detto etere nel quale possono prodursi vortici ed onde, come in uno stagno d’acqua. Con tale ipotesi Cartesio spiegò il sistema solare come un gigantesco vortice etereo nel quale i pianeti sarebbero immersi e costretti, per trascinamento, a rivoluire intorno all’astro centrale; Fresnel spiegò la natura ondulatoria della luce come un vibrare di tale mezzo fluido, e più tardi, l’Hertz dimostrò, con le sue classiche esperienze, che anche l’elettromagnetismo, propagandosi per oscillazione nello spazio, confermava l’ipotesi che questo fosse pieno di un mezzo vibrante fluido. È noto che da tali esperienze il nostro grande Marconi traeva poi la più sbalorditiva applicazione del secolo: la telefonia senza fili.

– La seconda ipotesi invece consiste nel supporre che le masse materiali dell’Universo siano circondate da uno spazio cosmico assolutamente vuoto. Con questa ipotesi Newton spiegò come il movimento dei corpi celesti potesse mantenersi eternamente perché non frenato da alcun mezzo resistente. Egli così ammise che i pianeti animati da un moto rettilineo ed uniforme di origine Divina, passando vicino al Sole, fossero stati costretti a deviare ed a rivoluirgli attorno in traiettorie ellittiche, a causa di una misteriosa forza di gravitazione reciproca emanante dalla loro materia, ed agente ancor più misteriosamente a distanza senza alcun mezzo interposto. Con l’ipotesi del vuoto il Weber spiegò poi l’elettricità ed il magnetismo come agenti fisici situati in masse metalliche ed esercitanti azioni attrattive e repulsive a distanza, in analogia col modo di agire della forza di gravità supposta dal Newton. I moderni scienziati poi spiegarono con l’ipotesi del vuoto anche taluni fenomeni ottici, l’effetto fotoelettrico, quello Compton, ecc.

Nel 1927 la scienza era giunta a questo bivio inammissibile: circa il 60% dei fenomeni si poteva spiegare solamente con l’ipotesi del pieno (etere) ed il rimanente 40% circa solamente con l’ipotesi del vuoto. Allora, due eminenti scienziati tentarono per vie diverse di risolvere questa intollerabile antitesi che poneva in crisi la scienza.

Heisemberg, notando come non fosse possibile osservare un fenomeno subatomico senza alterarlo con le radiazioni usate per rivelarlo, rinunciava a descrivere la traiettoria degli elettroni intorno al nucleo, per attenersi solo a dati incontrovertibili, quali la frequenza delle radiazioni, le velocità, ecc. Abbandonando quindi la meccanica del Newton, ne fondava un’altra esclusiva per l’atomo (Fisica Quantistica), ma con due meccaniche veniva a contraddire l’unicità delle leggi che dovrebbe dominare sia i piccoli che i grandi aggregati di materia ed inoltre col dichiarare l’impossibilità di precisare le traiettorie degli elettroni intorno al nucleo, denunciava l’incapacità della scienza a determinare le leggi del loro moto.

Schrôdinger invece, veniva ad ammettere un’onda astratta legata alla probabilità di trovare un corpuscolo in un determinato luogo, togliendo così a questa onda ogni substrato fisico e rinunciando in tal modo a spiegare come la vibrazione energetica si trasmette nello spazio vuoto e perché mantenga la stessa frequenza della sorgente che la emette.

Il secolare contrasto tra le due famose ipotesi, si è quindi risolto ai nostri giorni ammettendo quella del vuoto, ma con ciò, come ha dichiarato lo stesso Heisemberg, la scienza è stata costretta a rinunciare alla spiegazione dei fenomeni ed a denunciare la sua impotenza a ricavarne le leggi precise, venendo così meno alle sue due manifeste finalità basilari.

Ma una scienza che non spiega i fenomeni e non è capace di ricavarne le leggi, non è più scienza. Così ci siamo accorti che ammettendo il vuoto assoluto si è caduti in una crisi ancora più grave di quella che si voleva evitare.

Se con l’ipotesi dell’etere o con quella del vuoto, prese separatamente, non è possibile spiegare la totalità dei fenomeni, e d’altra parte entrambe non si possono ammettere perché in netto contrasto tra di loro, bisogna convenire che è indispensabile sostituirle tutte due con una terza più rispondente allo scopo.

Siamo giunti così a scoprire e dimostrare che se si considera lo spazio non solamente come estensione geometrica, come ritenuto sinora, ma lo si considera anche sostanziato di densità costante e dotato di mobilità come un fluido gassoso o liquido, con esso si possono spiegare qualitativamente e quantitativamente tutti i fenomeni naturali.

I fenomeni naturali infatti costituiscono le prove più evidenti e tangibili della densità e mobilità dello spazio poiché essi si possono ridurre tutti a correnti rotanti, traslanti od oscillanti di spazio. Così i sistemi atomici ed astronomici possono immaginarsi come vortici di spazio e le varie energie ondulatorie come moti vibranti di esso.

La fisica moderna, ritenendo che i componenti dell’atomo siano sfere di spazio vuoto rotanti su se stesse (nucleo) e rotorivoluenti intorno al centro (elettroni), e ritenendo che certi corpuscoli si dissolvano in onde energetiche, è già arrivata ad ammettere, sia pur senza dichiararlo esplicitamente, che lo spazio è mobile.

Assurdo ci sembra infatti che il vuoto cioè il nulla, possa curvarsi e trasmettere forze.

Così il movimento dei pianeti intorno al Sole, può essere da noi concepito come causato da un vortice di spazio fluido e denso, oppure dalle equivalenti forze aventi sede in uno spazio vuoto ed immobile. Da ciò consegue che: « ogni variazione di velocità di un corpo abbandonato a se stesso può essere considerata o come prodotta dalle forze che hanno sede in uno spazio assolutamente vuoto ed immobile (campo gravitazionale od elettromagnetico) nel quale è immerso il corpo; oppure come prodotta da correnti accelerate o ritardate di uno spazio fluido e denso che trascinano il corpo stesso ».

Questa importante modifica del principio di equivalenza di Einstein, è stata da noi introdotta in base alla legge d’inerzia del Newton, che ci autorizza a sostituire la forza con il prodotto della massa per l’accelerazione assunta dallo spazio fluido allorché urta e trascina i corpi in esso immersi.

La legge d’inerzia ci dice quindi che è indifferente il considerare che un corpo sia stato posto in accelerazione da una forza oppure dall’urto di una massa fluida.

Matematicamente quindi è indifferente il considerare l’una o l’altra causa ed è arbitrario invece il voler sostenere, come si fa oggi, che bisogna bandire una di queste cause, cioè bisogna bandire il concetto di uno spazio denso e mobile che possa provocare il moto dei corpi.

In verità gli scienziati moderni ammettendo uno spazio vuoto suscettibile di curvature variabili e sede di forze, gli hanno in effetti attribuito tutte le caratteristiche dinamiche di uno spazio fluido mobile e denso come quello da noi concepito. Noi infatti abbiamo dimostrato che uno spazio vuoto, ogni punto del quale sia reso inerte per l’applicazione di forze da parte del mondo spirituale, si comporta come uno spazio pieno avente densità costante, proprio come ogni altra sostanza materiale.

La caratteristica della mia teoria sta appunto nell’aver svelato che la specie di vuoto sostenuto da Newton ad Einstein, si identifica col pieno sostenuto da Cartesio, Fresnel, Hertz, ecc. se in luogo di un etere compressibile si sostituisce uno spazio fluido e mobile avente densità costante, cioè incompressibile.

La concezione fluido-dinamica dell’Universo

Una volta fornite le dimostrazioni fisico-matematiche e sperimentali che la densità (inerzia) e mobilità dello spazio porta agli stessi risultati che il considerarlo vuoto curvabile e sede di forze, siamo pervenuti a stabilire cinque equazioni generali che contemplano tutti i suoi movimenti nei quali si identificano i vari fenomeni naturali.

Vengono così unificate le varie scienze sperimentali in una sola madre di tutte: la spazio-dinamica che per tal modo assurge all’importanza di meccanica universale.

Così ad esempio, il peso dei corpi viene spiegato come la spinta prodotta dal fluire dello spazio contro i loro reticoli atomici. Viceversa la forza d’inerzia è la resistenza che lo spazio fluido oppone al movimento dei corpi in esso immersi.

Inerzia e peso risultano perciò entrambi dovuti al movimento relativo tra i corpi e lo spazio che li circonda.

Abbiamo poi dimostrato che l’applicazione di coppie di forze da parte del mondo spirituale a piccole sfere di spazio (nuclei) del mondo fisico, le costringe a ruotare su se stesse generando campi circolanti centromossi costituiti da strati sferici di spazio concentrici, tra i quali, per accartocciamento, si formano sferette di spazio (elettroni) periferiche che sono costrette rotorivoluire intorno al nucleo centrale.

Nasce così l’atomo pietra basilare della materia, la quale per tal modo ci si svela costituita di spazio fluido in rotazione rispetto allo spazio circostanze. Materia e campo risultano in tal modo unificati qualitativamente poiché entrambi costituiti di spazio fluido rotante.

Ho così scoperto che la forza con la quale il nucleo attrae gli elettroni periferici, non è di natura elettrica come ritenuto sinora, ma bensì di natura fluido-dinamica, poiché essa si identifica con la spinta centripeta che lo spazio fluido circolante esercita per effetto Magnus sulle masse elettroniche planetarie in esso immerse.

Abbiamo visto come tale modello atomico dia ragione anche del variare per salti dell’energia nel passaggio di un elettrone da uno strato all’altro del campo mobile di spazio che circonda il nucleo, e come tale modello possa spiegare le traiettorie a spirali che gli elettroni effettuano e la massa longitudinale e trasversale che essi assumono.

Com’è nel microcosmo, così è nel macrocosmo. La meccanica è unica. Anche il sistema solare è un campo rotante centro-mosso di spazio che investendo i pianeti in esso immersi, li costringe a rotorivoluire intorno al Sole.

Ho così scoperto che anche la forza misteriosa di gravitazione che vincola i pianeti all’astro centrale, è la spinta centripeta che essi risentono per effetto Magnus da parte della corrente circolare di spazio in cui sono immersi.

Che la concezione fluido-dinamica dell’Universo sia rispondente alla realtà fisica, lo dimostra il fatto che dalle cinque equazioni generali della fluido-dinamica ho potuto dedurre tutte le leggi che regola­no la fisica atomica, la chimica e l’astronomia, leggi che concordano in pieno con quelle dedotte dall’osservazione.

Gli elettroni che compiono rivoluzioni intorno al nucleo producono delle forze centrifughe rotanti che fanno oscillare l’atomo, il quale provoca così nello spazio fluido adiacente che lo circonda delle onde che si dilatano in cerchi sempre più ampi. Nascono così le oscillazioni trasversali dello spazio che in relazione alla loro diversa frequenza, quando vengono a colpire i nostri organi di senso, suscitano nella psiche sensazioni di forze alterne, elettricità, calore, suono, luce, colore, sapore, ecc. a seconda che tali vibrazioni fanno entrare in risonanza gli oscillatori che costituiscono gli organi del tatto, dell’udito, dell’occhio, del gusto e dell’olfatto.

Ci sorse allora il dubbio che come la materia ed il suo campo si erano rivelati quali semplici movimenti rotanti di spazio, così anche le varie forme di energia ondulatoria altro non fossero che movimenti vibranti di spazio, senza alcuna diversità qualitativa tra di loro se non nella frequenza. L’idea era seducente per il fatto che se fosse risultata vera, venivano ad essere unificati qualitativamente la materia, il suo campo rotante continuo ed il suo campo oscillante (energia ondulatoria), in quanto tutti tre sarebbero risultati costituiti di spazio in movimento.

Riuscimmo così a scoprire e soprattutto a dimostrare che in natura vige l’importantissimo principio unifenomenico, il quale ci assicura che l’unico fenomeno possibile nel mondo fisico è il movimento dello spazio, e che perciò gli altri fenomeni (forza, luce, calore, suono, odore, sapore, ecc.) sono irreperibili in tale mondo, in quanto sono sensazioni che sorgono esclusivamente nella nostra psiche allorché quei movimenti di spazio incidono sui nostri organi di senso.

Il fenomeno della percezione

L’alta importanza scientifica di tale principio consiste nel fatto che esso ci dimostra come ad ogni fenomeno fisico, costituito da un particolare moto dello spazio, corrisponde uno speciale fenomeno psichico costituito dalla sensazione suscitata nella psiche allorché quel movimento di spazio incide sui nostri organi di senso.

Con dieci equivalenze psicofisiche che generalizzano la legge d’inerzia di Newton, ho dimostrato quanto sopra e cioè che non è solamente la sensazione di forza che è equivalente al prodotto della massa per accelerazione, ma anche tutte le altre sensazioni sono equivalenti a tale prodotto. I primi membri di tali equazioni esprimono sensazioni reperibili solamente nella psiche, mentre i secondi membri esprimono un prodotto di masse per accelerazione entrambe reperibili nel mondo fisico.

Così ad esempio: il suono è un fenomeno fisico se si considera la vibrazione atmosferica che lo produce, mentre invece è un fenomeno psichico se si considera la sensazione acustica che tale vibrazione produce nella nostra psiche allorché viene a colpire la membrana del timpano dei nostri orecchi. Per il fatto che noi percepiamo direttamente il suono e non la vibrazione atmosferica corrispondente, siamo più certi dell’esistenza del primo che è un fenomeno psichico, che della seconda che è un fenomeno fisico.

Contrariamente a quanto ritenuto sinora i fenomeni psichici (spirituali) sono quindi sperimentalmente e direttamente più accertabili di quelli fisici e noi dobbiamo almeno concedere la stessa credibilità agli uni quanto agli altri. Ma con ciò l’antica concezione di Galilei tutt’ora seguita dalla scienza, di applicare il metodo sperimentale esclusivamente ai fenomeni fisici, escludendo il soggetto che li osserva ed anche i fenomeni spirituali correlativi che in lui sorgono (sensazioni), viene estesa sino a comprendere questi ultimi.

Poiché tutte le sensazioni citate sono esclusive attività della nostra psiche, ne consegue che esse sono irreperibili nel mondo fisico oggettivo. Sorge così la insospettata rivelazione che noi viviamo in un mondo buio, silente, inodore, incolore, insapore e privo anche di forze e di elettricità, ma percorso solamente da moti rotanti e vibranti di spa­zio che solo quando colpiscono i nostri organi di senso suscitano nella psiche le sensazioni di materia, forza, elettricità, luce, suono, calore, odore, sapore, ecc.

Insomma se noi vediamo è perché la nostra psiche trasforma le vibrazioni buie in arrivo al cervello dagli occhi, in luce; se noi udiamo è perché le vibrazioni atmosferiche silenti che arrivano alla membrana delle nostre orecchie, sono trasferite al cervello e vengono trasformate in sensazioni acustiche dalla psiche, ecc. Tali sensazioni se sono irreperibili nel mondo fisico, corpo umano compreso, vuoi dire che non vi occupano spazio, come vi occupa la materia, sono immateriali, cioè sono di natura spirituale, attività di una psiche che deve essere di natura spirituale: l’anima., che dura nel tempo ma non occupa spazio.

La conseguenza più importante di ciò sta nel fatto che si scopre che le sensazioni costituiscono le prove sperimentali dirette dell’esistenza dell’anima umana, poiché ne sono le sue manifestazioni esclusive ed innegabili dato che sono da noi realmente percepite

Considerando che non solamente lo spazio fluido che ci circonda ha movimento propri, ma che anche le parti costituenti i nostri organi di senso hanno moti oscillatori particolari, ne consegue che dalla doppia catena di movimenti del mondo fisico e degli organi di senso del corpo umano, rispetto alla psiche, dipende la qualità delle sensazioni suscitate in essa.

Dalla relatività dei moti sorgono le apparenze.

Dalla quantità (frequenza di vibrazione, entità degli urti) sorgono le qualità (sensazioni).

In verità, l’uomo è come uno scoglio circondato dal mare e battuto continuamente dalle onde e dal vento in una eterna notte. Egli è immerso nel vasto oceano irrequieto dello spazio fluido universale e contro il suo corpo si infrangono onde buie, silenti, atermiche, ecc. di tutte le grandezze. E come sopra uno scoglio il fluttuar dell’acqua muove gli sterpi e l’alghe ed il soffiar dei venti fa fremere le foglie e l’erbe, così infrangendosi sul corpo umano le onde spaziali, a secondo della loro frequenza muovono in risonanza gli oscillatori dell’uno o dell’altro organo di senso, nell’anima suscitando le varie sensazioni.

Le onde che non trovano risonanza in nessun organo di senso, si infrangono contro gli atomi del nostro corpo che così danzano più veloci o tardi e in noi producono le oscure reazioni che possono causare fisico benessere o varie.

La continuità tra il mondo fisico, il corpo umano che vi è immerso e l’anima che dentro questo splende, è quindi incontestabile. Studiare le azioni e reazioni fra queste tre entità, è quindi indispensabile se si vuole arrivare a comprendere l’Universo ed i suoi feno­meni, se si vuoi arrivare ad una scienza unitaria del Creato, senza salti e lacune. Ma questo comporta lo studio integrale non solo dei fenomeni fisici, ma anche di quelli biologici e psichici e la ricerca delle loro relazioni reciproche e di insieme che quella continuità sostanzia e dimostra.

La caratteristica della mia teoria consiste infatti nell’aver scoperto e soprattutto dimostrato che la spiegazione dei fenomeni è impossibile se non si tiene conto delle relazioni che corrono tra di essi e l’essere animato che li osserva, e ciò perché le vibrazioni di spazio che ci denunciano tali fenomeni non solo vengono modificate nella loro frequenza dai nostri organi contro i quali vengono ad infrangersi, ma addirittura trasformate in altre di natura spirituale (sensazioni) dall’anima che le percepisce e valuta.

La rappresentazione soggettiva (sensazione) di ogni fenomeno oggettivo (movimento di spazio) è quindi la risultante di tre componenti: fisica, biologica e psichica, e bisogna quindi conoscere ciascuna delle tre per scoprire cosa sia veramente la realtà oggettiva, quella biologica e quella soggettiva.

Così ad esempio: se una vibrazione buia di spazio ad alta frequenza 10, colpisce la retina dell’occhio avente frequenza propria 2, la vibrazione risultante avrà una frequenza 12 che sarà la somma delle due prime. La vibrazione 12 trasmessa al cervello sarà quindi ben diversa da quella 10 che ha colpito l’occhio. Noi saremo perciò soggetti ad un triplice errore: quello di ritenere che fuori di noi esista luce di un determinato colore, mentre invece non esiste che una vibrazione buia di spazio; quello di ritenere che ad un determinato colore corrisponda una certa frequenza 12, mentre ne corrisponda un’altra ben diversa; quello di ritenere che l’occhio non alteri le vibrazioni che riceve, mentre invece ne cambia la frequenza a causa dell’oscillazione propria 2 che gli atomi della retina subiscono per effetto della forza centrifuga degli elettroni costituenti.

Gli organi di senso non ricevono dal mondo esterno sensazioni, né le creano in proprio, né le trasmettono al cervello, come ritenuto erroneamente sinora, ma solamente ricevono degli urti di spazio o di materia, li trasformano in correnti elettroniche e le inviano, tramite linee nervose, agli organi cerebrali ove suscitano nell’anima le sensazioni corrispondenti di forza, elettricità, suono, odore, calore, sapore, ecc.

Gli organi di senso e di moto, situati alla periferia del corpo umano e collegati tramite linee nervose al cervello, sono costituiti e funzionano come apparati elettrotrasmittenti a filo azionati da correnti corpuscolari (elettriche). L’organo” della vista non funziona come una macchina fotografica, come ritenuto sinora erroneamente, ma bensì è costituito e funziona come un apparato di televisione a filo in quanto trasforma, le immagini vibranti buie ricevute sul fondo della retina del bulbo oculare in vibrazioni elettroniche e da qui le trasmette, tramite le fibre del nervo ottico sino al cervello ove suscitano nell’anima le corrispondenti sensazioni luminose.

L’udito funziona come un telefono poiché le vibrazioni atmosferiche che colpiscono la membrana del timpano, vengono trasformate dall’organo del Corti in vibrazioni elettroniche le quali inviate al cervello suscitano nella psiche le sensazioni acustiche.

Parimenti l’odorato, il gusto ed il tatto, funzionano rispettivamente come elettrotelesuscitatori nella psiche di odori, sapori e sensazioni tattili di forza, calore ed elettricità.

Le linee nervose che collegano tutti gli organi periferici e centrali, sono costituite e funzionano come conduttori di elettricità, ed i neuroni che le alimentano, funzionano come stazioni intermedie di rinforzo delle correnti di linea.

La materia grigia del midollo spinale funziona come centrale di energia elettrica alimentatrice di tutti gli organi e circuiti nervosi.

Il cervelletto è costituito e funziona come un complesso di goniometri e telepuntatori automatici ed a comando.

Il cervello infine è costituito a funziona come la centrale suprema ove sono installati tutti gli apparecchi di ricezione delle correnti provenienti dagli organi di senso periferici, tutti gli apparati trasmittenti delle correnti destinate a teleazionare gli organi di moto periferici, tutti gli apparecchi per la regolazione automatica delle glandule secretive e del moto ritmico degli organi vegetativi periferici, tutti i complessi di amplificazione, rivelazione, commutazione, trasformazione delle correnti in arrivo ed in partenza, nonché i quattro centri psicofisici di percezione e di moto. L’anima quindi, benché immateriale, deve necessariamente aver sede di percezione e di azione in questi centri psico-fisici affinché le sia possibile ricevere le vibrazioni che solamente in questi centri arrivano provenienti dagli organi di senso periferici e trasformarle in sensazioni e perché le sia possibile emettere forze atte a provocare le correnti elettriche indispensabili a teleazionare gli organi di moto periferici, che solamente da quei centri cerebrali sono comandabili. Essa è quindi il comandante supremo del corpo e stando davanti agli apparecchi chiusi nella buia scatola cranica si serve dei ricevitori ivi collocati per avere informazioni sul mondo fisico esterno e dei trasmettitori per manifestarsi in esso con atti di moto del corpo umano o di taluna sua parte.

Infatti noi non abbiamo altri mezzi per conoscere il mondo che gli organi di senso, e non abbiamo altri mezzi per manifestarci in esso se non gli organi di moto.

Ho poi dimostrato come l’anima degli esseri viventi, può essere di due specie: una inferiore (spirito di conservazione delle bestie) che perisce col loro corpo, la quale ha la capacità limitata di percepire sensazioni e far compiere al corpo moti volontari al fine di conservarlo in vita; ed una superiore (anima umana) immortale che ha la facoltà non solo di percepire sensazioni e far compiere al corpo moti volontari per la sua conservazione, ma anche quella di ideare, comprendere, ricordare ed esprimersi in linguaggio convenzionale, orale, scritto o figurato, sì da giungere al raziocinio astratto.

Dell’esistenza dell’anima umana, del mondo spirituale e di Dio, abbiamo dato prove scientifiche e sperimentali che sino ad oggi sembrava impossibile trovare, poiché tali prove non sono basate solamente su ragionamenti filosofici, ma appoggiano su basi granitiche di principi e leggi naturali controllate da secoli di esperienza e su fenomeni fisici, biologici e psichici, la cui esistenza è inconfutabile.

Conclusione

L’avvento della Psicobiofisica è quindi ineluttabile. Essa è la nuova scienza per la nuova era. Con essa siamo arrivati alla seguente, chiara e sintetica visione dell’Universo: « Il mondo fisico è costituito solamente di spazio fluido inerziale, i cui movimenti rotanti costituiscono i sistemi atomici ed astronomici che formano la materia ed i cui movimenti ondulatori, quando colpiscono i nostri organi di senso, suscitano nell’anima nostra, ed esclusivamente in essa, le sensazioni di forza, elettricità, luce, suono, calore, odore, sapore, ecc, che sono fenomeni di natura spirituale. Tutti i fenomeni fisici si riducono a movimenti di spazio provocati da forze applicate ad esso da parte del mondo spirituale, secondo un disegno unitario Divino che si esplica e si mantiene per volontà di Dio ».

Prendiamo ora in esame in modo più sistematico ed approfondito le principali idee e conclusioni a cui Todeschini pervenne.

6. La FISICA

Lo spazio non è vuoto come ritenne Newton né pieno di qualcosa. E’ da considerarsi invece come costituito da un fluido ponderale (che può cioè essere misurato) con una densità propria, sia pur infinitesimale ed incompressibile. Lo Spazio viene quindi definito come un’estensione tridimensionale sostanziata.

Tutti i campi di forze dell’universo, da quelli atomici a quelli cosmici, vanno considerati come effetto della rotazione di porzioni di spazio fluido su sé stesso. Ogni campo sferico rotante centro-mosso di spazio fluido sarebbe costituito infatti, come una cipolla, da strati sferici concentrici, aventi spessore costante e velocità di rotazione inversamente proporzionale alla radice quadrata del loro raggio.

La misteriosa forza longitudinale che spinge le masse planetarie a compiere delle rivoluzioni attorno alla massa centrale, si identificherebbe quindi nella spinta che esse ricevono da parte delle correnti del flusso di spazio fluido in cui sono immerse. Nel Sistema Solare, per esempio, ciascuna massa planetaria è costituita da una o più sfere di spazio fluido che ruotano su sé stesse, in senso contrario alle linee di flusso del campo in cui sono immerse. Esse, nel rivoluire o nel cadere verso il centro del sistema, descrivono tutte una traiettoria costituita da due rami di spirale simmetrici ed opposti che s’incontrano in due punti doppi, uno più lontano dal centro (afelio) ed uno più vicino (perielio). Questa traiettoria, se considerata dal punto di vista della massa centrale, per esempio il Sole, appare come un’ellissi.

Secondo Todeschini tutti i fenomeni dell’universo si possono ridurre a fenomeni fluidodinamici.

La forza di gravità sarebbe quindi l’effetto della spinta centripeta subita da un corpo da parte della corrente di spazio fluido in cui è immerso (dovuta all’effetto Magnus). Lo stesso modello spiegherebbe la forza d’attrazione elettrica, sostituendo l’elettrone alla massa planetaria; la stessa cosa vale per la forza d’attrazione magnetica e per le riscontrabili fra gli atomi (forze chimiche) e all’interno dell’atomo. Ne consegue che nell’universo non esistono forze gravitazionali, elettriche, magnetiche, d’interazione forte e debole, bensì SOLO forze centripete dovute alla rotazione dello spazio fluido!

La realtà fisica dell’universo, costituita dalla materia e dai campi di forze, centripete, tangenziali e radianti, non sarebbe altro che la manifestazione del moto dello spazio fluido: movimenti di rotazione, rivoluzione ed oscillazione. Tutte le leggi fisiche verrebbero quindi ricondotte a quelle della fluidodinamica. In particolare, per rendere meglio l’idea della visione della Fisica di Todeschini, vediamo la sua concezione dei principali parametri fisici: massa, peso, inerzia.

Massa ­– la massa di un corpo sarebbe proporzionale alla massa del volume di spazio fluido spostato dal movimento roto-traslatorio dei suoi atomi; non sarebbe quindi una qualità propria del corpo bensì un suo attributo dipendente dalla densità e velocità relativa di esso rispetto allo spazio fluido in cui esso si muove.

Peso ­– sarebbe un’apparenza della spinta, diretta verso il centro della Terra, esercitata dalla spazio fluido rotante attorno al nostro pianeta. Secondo Todeschini infatti qualsiasi forza è di origine dinamica, o meglio fluidodinamica: dove si esercita una forza vi sarebbe sempre un incontro, un urto, e la decelerazione di un corpo o di un fluido contro il corpo che manifesta la forza stessa.

Inerzia – per Todeschini è impossibile che nel vuoto assoluto sia possibile produrre e mantenere il moto dei corpi, cosa invece possibile considerando un “vuoto ponderale” o uno spazio fluido; l’inerzia sarebbe quindi l’effetto della resistenza opposta dalla spazio fluido al corpo in movimento in esso.

Un corpo solido risulterebbe quindi essere solo una porzione di spazio fluido in movimento rispetto allo spazio fluido circostante e i suoi atomi non sarebbero altro che sfere di spazio fluido rotanti sul proprio asse.

La MATERIA sarebbe quindi l’effetto di una semplice ROTAZIONE DELLO SPAZIO FLUIDO o ETERE e le caratteristiche peculiari di un atomo sarebbero dovute alla differente velocità di rotazione.

A questo punto risulta chiaro che, per Todeschini, TUTTI i fenomeni fisici conosciuti si possono ricondurre a fenomeni fluido-dinamici, dovuti al moto e dalla ponderabilità dello spazio fluido. Prendiamo per esempio la Gravità. La forza di gravità sarebbe l’apparenza della spinta che un corpo risente (per l’effetto Magnus) se immerso in un campo rotante di spazio fluido, dimostrando altresì che due campi rotanti si attraggono se ruotano nello stesso senso mentre si respingono se ruotano uno in senso opposto all’altro. Ciò significa che esisterebbe anche una gravità negativa!

L’universo sarebbe quindi costituito da una serie indefinita di sfere di spazio fluido roto-rivoluenti delle quali ciascuna è ad un tempo vortice solare, rispetto a quelli planetari in esso contenuti, e vortice planetario rispetto a quello di grandezza immediatamente superiore in cui esso stesso è contenuto.

Restava da chiarire, a questo punto, l’essenza dei fenomeni vibratori come la luce, il calore l’elettricità, ecc. in particolare per quanto riguardava l’emissione, la trasmissione e la ricezione della vibrazione nello spazio ponderale. Bisognava dimostrare in che modo potesse vibrare lo spazio fluido in modo da generare onde trasversali alla direzione di propagazione, poiché la scienza ritiene che in un fluido si possano generare solo onde longitudinali, come quelle sonore nell’atmosfera. Todeschini scoprì che in un fluido, e quindi nello spazio ponderale, si potevano generare onde trasversali per mezzo di una corrente alternata rettilinea o ad una corrente rotante alternata. Determinò anche che la velocità di propagazione dipendeva dalla viscosità e densità del mezzo di propagazione, con la conseguenza logica che una qualsiasi onda si può trasmettere esclusivamente in uno spazio ponderale, mai nel vuoto!

Questo studio portò Todeschini a determinare che sostanzialmente TUTTE le radiazioni sono caratterizzate da onde trasversali prodotte nello spazio fluido, con diverse caratteristiche vibratorie, e che quindi qualunque tipo d’energia, dallo spettro elettromagnetico alle radiazioni atomiche , dal calore alla luce, dall’elettricità al magnetismo…. non è altro se non spazio fluido in movimento!

Per provare ciò analizzò, per esempio, le caratteristiche proprie dei campi elettrici e magnetici, arrivando a stabilire che questi due campi si unificavano venendo a costituire l’apparenza di un unico campo di spazio fluido: il magnetismo come l’apparenza degli effetti dinamici di particolari movimenti dello spazio mentre l’elettricità l’apparenza dei conseguenti effetti giroscopici degli atomi della materia immersi in esso. La perpendicolarità tra il piano su cui giacciono le forze magnetiche e quello su cui giacciono le forze elettriche andava così ad identificarsi con la perpendicolarità tra il piano delle forze tangenziali del campo rotante di spazio ed il piano delle forze giroscopiche degli atomi immersi in tale campo. Si tratterebbe quindi e solo di fenomeni spazio-dinamici!

Prendendo poi in esame altri concetti fondamentali della Fisica – forza, pressione, lavoro, energia e potenza – giunse alla conclusione che tali entità sono impossibili nel mondo fisico, nel quale si riscontra sempre e solamente delle “quantità di moto” (*)

Da questa premessa giunse a negare la “conservazione dell’energia” ammettendo solo la “conservazione della quantità di moto”.

Per Todeschini il termine “forza” indica solo una sensazione che sorge nella psiche come effetto di un’accelerazione di masse nel mondo fisico e del loro impatto con i terminali percettivi del nostro corpo. Ogni nostra sensazione sarebbe quindi il risultato d’un impatto di masse di spazio fluido, aventi ovviamente diverse caratteristiche e velocità, con i nostri organi di senso.

La nota equazione fisica

F = m ∙ a

(F = Forza, m = massa e a = accelerazione)

diventa quindi un’equazione psico-fisica

Se = m ∙ a

laddove Se indica una SENSAZIONE che si genera solo nella psiche ed equivale ad una Forza fisica, quindi misurabile in kg.

Si ha quindi un’analoga equazione per ogni tipo di sensazione, forza compresa, in cui il primo membro si verifica nella psiche (mondo spirituale) ed il secondo nel mondo fisico.

La percezione di forza, calore, elettricità, magnetismo, luce, suono, odore e di radiazioni di vario tipo….. sarebbero quindi tutti fenomeni propri ed esclusivi del mondo spirituale!

Là fuori, al di là della nostra Coscienza…. c’è solo spazio fluido in movimento!

Ecco quindi il conseguente PRINCIPIO UNIFENOMENICO, secondo il quale nell’universo fisico l’unico fenomeno possibile è il movimento e l’urto di vortici di spazio fluido, vale a dire un fenomeno fluido-dinamico.

Tutte le scienze attuali non sarebbero altre che branchie di un’unica scienza fisica: la fluido-dinamica o spazio-dinamica.

Come conseguenza d questo assunto, anche nel corpo umano non è reperibile alcuna sensazione, essendo esso costituito da materia, quindi da spazio fluido aggregato. Tutti gli organi di senso devono quindi essere interpretati come apparati atti a ricevere, trasformare, trasmettere e riprodurre vibrazioni o movimenti corpuscolari in modo che possano inviati, attraverso il sistema nervoso, al cervello ed essere quindi decodificati dalla psiche, cioè dalla componente spirituale dell’individuo, come differenti sensazioni (pressione, suono, calore, luce, scossa elettrica, ecc).

Todeschini studiò quindi il sistema nervoso con gli occhi dell’ingegnere e pervenne, in sintesi, alle seguenti conclusioni:

la materia grigia del midollo spinale è la “centrale elettrica” di alimentazione generale di tutti gli organi e circuiti nervosi del corpo, i cui neuroni funzionerebbero come pile voltaiche;

nella materia bianca del midollo spinale transitano le linee nervose che vanno agli organi di senso e di moto volontario;

il midollo allungato è la sede di nuclei che fungono da amplificatori dei segnali in transito, funzionando come delle valvole termoioniche a liquido;

il cervelletto funziona come un complesso di autogoniometri e telepuntatori che consentono di individuare la direzione di provenienza di una perturbazione esterna che incide sugli organi di senso;

nel diencefalo e nel mesencefalo sono situati gli stadi intermedi degli apparati di ricezione e trasmissione delle correnti elettriche che giungono dagli organi di senso periferici e partono verso gli organi di moto, nonché apparati di regolazione;

il telencefalo funziona come un complesso di telemetri elettromagnetici di senso e di moto;

il cervello costituisce la centrale di comando dell’intero sistema ed è il punto di contato con la componente spirituale dell’individuo.

Secondo il Principio Unifenomenico noi viviamo in un universo silente, buio, incolore, atermico, insapore, inodore e privo di forze ma pervaso solamente da movimenti dello spazio fluido che, solo quando colpiscono i nostri sensi producono nella psiche le più svariate sensazioni.

Per Todeschini la logica conseguenza di tutto questo è la dimostrazione scientifica dell’esistenza dell’anima umana, atta a ricevere ed interpretare come “sensazioni” gli impulsi provenienti dal mondo fisico che – solo ai suoi “occhi” – si manifesta come, erroneamente, riteniamo che esso realmente sia!

Ed è dal mondo spirituale, genericamente inteso, che per Todeschini provengono gli impulsi che originano il moto dello spazio fluido. E poiché il suo moto forma i vortici che vanno a costituire la materia e produce le vibrazioni che suscitano nella psiche le “sensazioni”, in definitiva è il mondo spirituale che dà origine e mantiene in esistenza il mondo fisico!

(*) La “quantità di moto” è un vettore definito come il prodotto della massa del corpo per la sua velocità Q = m ∙ v. Potrebbe essere vista come una velocità “pesata” con la massa propria del corpo. Secondo il principio di conservazione, questo vettore, in assenza di interazioni esterne al sistema, deve rimanere costante.

Una volta introdotto questo concetto, l’esempio già visto del gioco del biliardo può essere visto sotto un’altra luce, non più solo energetica. Per esempio, analizziamo l’urto tra le due palline. Supponendo che abbiano entrambe la stessa massa, le facciamo scontrare frontalmente: ognuna delle due ha una sua quantità di moto indipendente e ci si aspetta che dopo l’urto questi due vettori cambieranno, se non altro perché le velocità delle palle si saranno modificate. Il principio di conservazione, però, ci dice che la quantità di moto totale del sistema, che comprende entrambe le palle, deve rimanere costante prima e dopo l’urto. Le forze che si sprigionano durante il contatto, infatti, sono esclusivamente interne al sistema e quindi uguali e opposte per il terzo principio. Da ciò deriva che se le due masse sono uguali, le due palle si scambieranno la velocità durante l’urto. In particolare, se quella colorata era ferma, alla fine la bianca rimarrà immobile, mentre l’altra partirà con la stessa velocità della bianca (a meno degli effetti dell’attrito). Le due palle si sono scambiate la quantità di moto e l’energia cinetica, come sa bene empiricamente chi ha qualche esperienza di questo gioco.

7. OLTRE LA FISICA

Todeschini rivolse il suo sguardo anche a ciò che usualmente esulava dalla fenomenologia scientifica, vale a dire i fenomeni metapsichici, la pranoterapia, l’agopuntura e altre terapie come l’elettroterapia e l’omeopatia. Questo perché la sua visione dell’universo doveva fornire una spiegazione, per essere esaustiva, a tutti i fenomeni, nessuno escluso.

Fenomeni metapsichici

Avendo dimostrato che i moti dello spazio fluido, intercettati dagli organi di senso, vengono trasformati in correnti elettriche le quali, inviate agli organi cerebrali, suscitano nell’anima le sensazioni corrispondenti, divenne evidente che il processo operava anche in senso inverso. L’anima era evidentemente in grado, partendo dalle sensazioni, di generare correnti elettriche nelle linee nervose e negli organi di moto e di senso periferici, correnti che provocano campi magnetici, ossia movimenti dello spazio fluido esterno.

La varietà dei fenomeni prodotti dipenderebbe dalle caratteristiche delle vibrazioni prodotte: a bassa frequenza e con particolare intensità vengono provocate oscillazioni spaziali che si estendono a breve distanza dal corpo e che possono causare fenomeni di telecinesi; se le vibrazioni hanno frequenze comprese tra i 20 i 20.000 periodi al secondo si producono oscillazioni atmosferiche che generano suoni o rumori misteriosi; se la frequenza sale si producono fenomeni ottici più o meno estesi ed intensi (ectoplasma, apparizioni, ecc.). Gli effetti di questo tipo che una persona dotata può inconsapevolmente produrre, possono da lei essere interpretati come provenienti dall’esterno, come nel caso delle allucinazioni. In questo modo Todeschini fornisce una spiegazione per i fenomeni parapsicologici, come la telepatia: una vibrazione dello spazio fluido.

E’ da notare che essendo l’origine di questi impulsi da ricercare nel mondo spirituale, ciò è valido sia da parte dell’anima di una persona che da parte di entità spirituali, cioè senza corpo fisico. Un punto cruciale del pensiero di Todeschini sta proprio nel concepire l’universo fisico come imprescindibile dall’esistenza d’un mondo spirituale, che lo attiva mediante impulsi e che percepisce gli effetti di tali attivazioni sotto forma di sensazioni o impressioni.

Pranoterapia

Per Todeschini l’azione del pranoterapeuta è duplice: una diretta fisica, attraverso le linee nervose e la stimolazione delle ghiandole endocrine, ed una indiretta spirituale, attraverso gli organi di senso, agendo sulla psiche dell’ammalato.

Dalle mani del pranoterapeuta escono onde alternate di spazio fluido a determinata frequenza, come provato da Todeschini mediante un apparecchio che chiamò Fluidometro, in grado di misurare l’intensità energetica del fluido emesso dal guaritore quando la sua mano gli si avvicina senza toccarlo .

Per definire la natura di questo “fluido” si può parlare di campi magnetici e di correnti elettriche alternate d’origine nervosa ma poiché la corrente elettrica altro non sarebbe che una successione rapidissima di urti corpuscolari ed il magnetismo un moto rotante od alterno di spazio, nel linguaggio della fluidodinamica il processo viene spiegato in altro modo. Le linee nervose della mano del pranoterapeuta sono percorse da una successione di urti corpuscolari (fenomeno che può essere interpretato come elettromagnetico) che si propagano all’esterno, eccitando lo spazio fluido ambientale fino a raggiungere le linee nervose del paziente e attraverso di esse il suo sistema ghiandolare il quale, stimolato in questo modo, tende a ripristinare l’equilibrio perduto e quindi la salute del corpo. L’azione spirituale si esplica invece attraverso la comunicazione tra guaritore e paziente mediante la quale la psiche di quest’ultimo viene indotta a reagire alla malattia, il che si traduce in una serie di impulsi spirituali che la psiche invia all’ipofisi e quindi al sistema endocrino, in sinergia con l’azione del guaritore. Per Todeschini non c’è infatti alcun problema nell’ammettere, come abbiamo visto, la possibilità d’una azione diretta della psiche sullo spazio fluido, quindi sulla materia ed a maggior ragione sul corpo.

Agopuntura

Todeschini non prende in considerazione la possibilità d’un reticolo energetico indipendente dagli organi fisici del corpo né tanto meno di strutture energetiche esterne ad esso. Questo, ritengo, non per preconcetto mentale ma per mancanza di dati in proposito. In fondo la sua concezione dello spazio fluido può benissimo abbracciare anche i campi energetici “sottili” quali i chakra, i meridiani ed i canali energetici.

Comunque egli spiega la funzionalità dell’agopuntura in termini di stimolazione dei ricettori periferici del tatto i quali trasformano l’energia cinetica di tale eccitazione in impulsi elettrici (urti corpuscolari) che raggiungono il cervello e quindi la psiche. Dalla psiche, attraverso l’ipofisi, partono quindi impulsi al sistema endocrino che tende a ripristinare la salute del corpo.

Elettroterapia e Omeopatia

Per Todeschini il sistema nervoso è assimilabile ad un complesso circuito elettronico regolato dalle ghiandole endocrine, per cui la stimolazione elettromagnetica delle linee nervose, nei modi più appropriati, può agire come stimolatore del sistema endocrino.

Anche la dinamizzazione dei farmaci omeopatici rientra nelle teorie todeschiniane, in quanto questo processo produrrebbe particolari energie salutari di tipo vibratorio atte a ripristinare nell’organismo il riequilibrio a livello protoplasmatico, cellulare e nervoso attraverso i mediatori chimici neuro-ormonali.

8. NOTA A MARGINE

In “Psicobiofisica” Todeschini menziona alcune apparecchiature da lui realizzate sia per provare scientificamente l’esistenza dell’etere cosmico, sia come applicazione delle sue teorie, tra cui uno per rilevare l’etere ambientale e l’emissione del fluido dalle mani dei terapeuti:

Genegravimetro – riproduce artificialmente i campi di attrazione, dimostrando che essi si identificano in campi rotanti generati da 2 sfere rotanti in sensi contrari immerse in un fluido.

Motore a forza propulsiva centrifuga – dispositivo che trasforma la forza centrifuga rotante in forza propulsiva orientata in direzione e senso.

Fluidorivelatore – per svelare l’esistenza dell’etere in qualsiasi punto dello spazio

Fluidometro – per misurare l’energia cinetica del fluido emesso dalle mani dei guaritori

Biorivelatore – per rivelare la presenza di vita (per es.nel caso di morte apparente)

Fluidondulatore trasmittente – per produrre onde di spazio fluido in tutte le frequenze dello spettro

Fluidondulatore ricevente –per ricevere onde di spazio fluido in tutte le frequenze dello spettro

Fluidoscilloscopio – per rivelare il tracciato luminoso dell’onda di spazio fluido emessa da una persona.

Todeschini aveva forse inventato degli strumenti che interagivano con le Energie Sottili?
Qualche anno fa, visitando una fiera, sono venuto a conoscenza degli apparecchi ideati da Luciano Muti: il Sensore Karnak ed il Rigeneratore Cerebrale Karnak. Muti fu allievo di Todeschini e per la realizzazione di queste strumentazioni (non conoscendo egli nulla di elettronica) ammette candidamente, pur senza entrare in dettagli, di aver seguito suggerimenti canalizzati…. E rileggendo adesso le pagine di Todeschini, queste strumentazioni sembrano proprio uscite dal suo libro…

Riporto, estratta dal sito www.karnak2000.com, una sintetica descrizione del primo dispositivo, a mio avviso il più interessante, il SENSORE KARNAK.

Il Sensore Karnak capta a distanza il linguaggio energetico elettromagnetico tra cervello ed organi e permette di definire la funzionalità cerebrale delle persone valutandone gli squilibri energetici prima che subentri la disfunzione, che provoca in seguito la malattia.

Il Sensore Karnak, detto anche SPK, è stato sperimentato con successo da diversi ricercatori medici e scientifici.

Questo dispositivo collegato ad un PC permette di decodificare la captazione dei campi elettromagnetici fluttuanti direzionali da 0,5 a 80 Hz che il cervello umano emette a distanza.

Il soggetto da esaminare si posiziona a circa un metro senza bisogno di collegare alcun elettrodo alla testa o al corpo del soggetto esaminato!

Prima di analizzare lo stato energetico di una persona, viene eseguito un set-up dell’ambiente che rileva l’intensità dell’influenza elettromagnetica nell’ambiente nelle frequenze suddette.

Quando la persona da esaminare si siede di fronte al Sensore SPK fa modificare la captazione elettromagnetica del circuito elettronico in due modi:

Trasmettendo dal proprio cervello emissioni elettromagnetiche fluttuanti, più elevate in alcune frequenze, che si aggiungono ai campi elettromagnetici esistenti nell’ambiente

Sottraendo la potenzialità elettromagnetica captata dal Sensore:

1. Per alcuni momentanei problemi energetici e funzionali psicofisici il cervello e gli organi del paziente sottraggono dall’ambiente energia elettromagnetica nelle relative frequenze;

2. Il cervello, impegnato a rigenerare un determinato organo, fa mancare al Sensore Karnak, in certe frequenze, gli stimoli elettromagnetici, riducendo i valori rilevati inizialmente dal set-up.

Il Sensore Karnak può inoltre documentare le facoltà Extrasensoriali, Telecinetiche e Psicocinetiche dell’uomo, particolarmente importanti per il Guaritore in quanto ne determinano la sua capacità nel risolvere i problemi di salute dei pazienti.

Tramite il Sensore si possono effettuare due tipi di test:

PSI TEST: per verificare, attraverso un check-up cerebro-organico: gli stati di coscienza, le facoltà extrasensoriali e l’influenza magnetica, Telecinetica e Psicocinetica. Mediante lo PSI TEST si valutano quali tipi di alterazioni energetiche si possono ristabilire con successo, definendo il grado di operatività del Guaritore.

PK TEST: per verificare il grado d’influenza magnetica e l’efficacia del Guaritore con azione:

1. Telecinetica: per la risoluzione di malattie legate a disfunzioni osteo-articolari, muscolari, circolatorie, nonché alla rigenerazione organica;

2. Psicocinetica: per la risoluzione di problematiche psichiche ed endocrine.

Questa analisi energetica consente di effettuare una prevenzione delle varie malattie indicando la ripresa funzionale psicofisica e l’efficacia dei trattamenti effettuati, tramite una verifica eseguita sul paziente prima e dopo la seduta, i cui risultati saranno visibili in una tabella durante le successive fasi della terapia.

L’attività energetica dinamica di ogni area del cervello e di ogni organo può essere visualizzata in tempo reale e stampata.

Tenendo in mano per pochi secondi un prodotto naturale, omeopatico, ayurvedico, fitoterapico, organico, si può riconoscere per quale organo sia utile ed a quale organo sia nocivo, poiché il cervello entra immediatamente in Biorisonanza con gli elementi che lo compongono e lo segnala tramite il software.

Questa sofisticata analisi strumentale – come si può vedere molto meglio dal materiale inserito nel sito riportato sopra – è molto utile anche per verificare gli effetti di una qualsiasi terapia energetica e potrebbe essere un valido supporto per verificare in modo oggettivo un’analisi energetica individuale, sia pure nei limiti imposti dalla strumentazione, che peraltro copre tutti gli organi e le funzionalità organiche.

Luciano Muti ha realizzato uno strumento con più o meno le caratteristiche esposte da Todeschini in un paio dei suoi prototipi.
Comunque una cosa è certa: i concetti di Etere o Fluido Universale e quello di Energie Sottili esprimono la medisma classe di fenomeni, la stessa realtà… che in termini classici nella TEV e nella Tecnologia Cleanergy chiamiamo AETHER….

9. Riferimenti

“Psicobiofisica – Scienza unitaria del creato”, Casa Editrice MEB, Torino 1978

http://www.circolotodeschini.com/ [2]

http://www.nexusedizioni.it/scienza-e-tecnologia/marco-todeschini-lo-scienziato-del-futuro/ [3]

 

e dalle sue teorie..

http://www.karnak2000.com [4]