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Il fenomeno della Risonanza nella T.E.V. (di R.Z.)

Nota: per la comprensione di questo articolo si consiglia di leggere prima l’articolo “Le Energie Sottili, la nascita del Cleanergy e della T.E.V.” [1] in particolare per la definizione dei 7 Raggi.

La risonanza (R4) è sempre in azione in ogni rapporto energetico.
E’ un principio assolutamente basilare, che troppo spesso viene dimenticato, anche dai cosiddetti “esperti” della materia. Dovremmo partire approfondendo il concetto di rapporto energetico. Detto in modo estremamente semplice, si tratta di qualsiasi rapporto tra due persone, una persona e una cosa, una persona e un evento (del presente, del passato o causa e perfino del futuro o fine), che comporti un coinvolgimento di volontà-desiderio-intenzione, ovvero di R1.

Ricordo che, ogni volta che si utilizza R1, c’è sempre necessariamente:
1) un trasferimento di energia da un “ente” energetico ad un altro
2) e, conditio sine qua non del rapporto, la generazione di effetti da parte di R4.

R1 definisce, come sappiamo, la differenza di potenziale tra due enti energetici. Nel caso che il rapporto energetico intercorra tra due persone, l’energia tenderà ad andare dall’ente a maggior R1 a quello a minor R1. Ho detto “tenderà” ciò che fa comprendere che si tratta di un fenomeno tipicamente statistico, che ricorda moltissimo i fenomeni quantistici. Esiste sempre la possibilità, anche quando R1 comporta una grandissima differenza di potenziale, un trasferimento di energia dall’ente a minore energia verso quello a maggiore energia. Un fenomeno del tutto simile a quello che in Fisica si chiama effetto tunnel.

Tale fenomeno, nel caso di terapie energetiche (ma sarebbe meglio dire “eteriche”) si manifesta nella cosiddetta contaminazione dell’Operatore.

Differenza tra tecniche basate sull’Energia Sottile (EV = Energo-Vibrazionale) e altre di tipo “radionico”

Una tecnica e/o uno strumento EV è indipendente dalla volontà (R1), dal desiderio e soprattutto dal corpo energetico dell’Operatore. E guai se non fosse così, perché, a causa dei 10.000 Cleanergy più o meno in circolazione, io sarei morto e sepolto da tempo.

Una tecnica e/o uno strumento “radionico” in senso stretto è invece dipendente dalla volontà (R1), dal desiderio e soprattutto dal corpo energetico dell’Operatore. L’energia della guarigione è tratta da quella dell’Operatore, né più né meno come nella Pranoterapia. Lo “strumento radionico” altro non è se non un tramite che facilita la trasmissione energetica. A causa di R4 esiste ovviamente una potente risonanza tra l’Operatore e il soggetto, con conseguente “effetto tunnel” o contaminazione energetica. Lo strumento stesso dopo un certo periodo si carica totalmente di congestioni e sarebbe bene eliminarlo.

Di stessa natura è la “diagnosi” energetica effettuata con strumenti quali il classico pendolino, le bacchette da rabdomante, le antenne di tipo Lechler, strumenti tipo EAV, macchina Mora, e altri strumenti considerati più strettamente radionici (ad esempio quelli basati su concetti del tipo “rate” ed altri). Anche in tal caso la risonanza di R4 fa sì che lo strumento diventi ben presto carico di congestioni e di fatto non più utilizzabile per le “letture”.

Differenza tra un simbolo e un circuito energetico

Un altro concetto che sovente è oggetto di confusione. Dunque chiariamo:

1) un simbolo è una base in genere fisica (un disegno, un suono, un mantra, eccetera) di una Forma-Pensiero. Se a quella base fisica nessuno avesse appioppato la Forma-Pensiero, essa base fisica sarebbe rimasta un semplice disegno, un semplice suono, una semplice ripetizione di parole magari in una lingua straniera. Inoltre occorre chiarire la differenza tra simbolo non condiviso e simbolo condiviso.

1A) Il simbolo non condiviso è quella base fisica che comporta un rapporto tra due persone o tra una persona ed un ente energetico che non è condiviso da colui che presenta l’R1 minore. Per esempio: Tizio è musulmano e la croce per lui è un semplice incrocio di assi; mentre Caio è cristiano e per lui la croce è oggetto carico di energia spirituale. Altrettanto dicasi per i cosiddetti “nomi di Dio”, simboli grafici tipo AUM, lettere dell’alfabeto ebraico, ecc. ecc.

1B) Il simbolo condiviso comporta un un rapporto e dunque un R4 tra la base fisica della FP e la persona, che, per l’appunto, crede in quell’immagine, in quel suono, in quelle parole, ecc. E’ evidente che il simbolo condiviso può essere uno strumento di terapia, quando la FP è intesa quale FP terapeutica.

Nel tempo anche un simbolo non condiviso da altri può caricarsi dell’energia di chi l’ha condiviso. Un cristiano può sentire l’energia di una moschea e un musulmano quella di un altare cristiano. La differenza tra simboli condivisi e non va considerata pertanto come didattica o esplicativa: all’atto pratico i due concetti spesso si fondono.

2) Un circuito è cosa assolutamente differente da un simbolo. Le (poche) cose scritte lasciate da Malcom Rae sull’argomento sono le più corrette ed illuminanti che conosco sull’argomento. Premesso che – a suo avviso – le sue cards erano basate sul fenomeno dell’interferenza sottile, possiamo dire che in generale un circuito è piuttosto basato sul rapporto. Le cards di Rae e il Cleanergy di Zamperini sono basati su circuiti e dunque su rapporti. Come tali non possono essere considerati radionica, né meno che mai essere pensati come simboli.

Un circuito comporta una risonanza R4 minima (non nulla, perché essa è comunque ineliminabile) tra il suo creatore e il soggetto verso il quale è diretto.

Per approfondire:
Il Blog di Roberto Zamperini [2]