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LE PROPRIETÀ OLOGRAFICHE DELLA REALTÀ’

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Ecco un articolo che riguarda quanto in quest’epoca si sta affacciando alla ribalta della comunità scientifica.

È uno scritto propedeutico di Camillo Urbani, fisico e didatta, dotato di rara capacità di rendere maggiormente comprensibili ed accettabili ai più cognizioni che cambiano il concetto stesso di realtà in cui viviamo.

Prenderne atto ed integrarle nella nostra esperienza di vita può essere difficoltoso per alcuni, ma una volta riusciti la nostra vita comincerà a diventare certamente più interessante…

Ma non perché ce lo dice Hollywood con un film, ma perché è giunto il momento di farne esperienza diretta.

Jervé

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Proprietà olografiche

Riassumendo, il modello Matrix teorizza che ci sia una sorta di enorme computer che genera dei file, questi portano poi allo schermo le istruzioni ricevute, facendo accendere i pixel che formano le figure percepite da noi come unica realtà.

Qual è il modello che ci può dire come sia fatto questo file?

Propongo questa versione matematica:

Ogni oggetto ha un file che lo determina formato da una seria finita di addendi.

File (oggetto)= O1+ O2 + O3 + O4 + O5 + O6 …+ On

Ogni addendo della serie è un frattale olografico. Quindi eliminando uno o più termini la rappresentazione dell’oggetto sarà sempre totale, ma le sue proprietà diminuiranno, proprio come capita con gli ologrammi in cui se la diapositiva olografica verrà privata di una sua parte continuerà a rappresentare l’oggetto iniziale ma più sbiadito. Ogni volta che si elimina un addendo della serie si perde un proprietà dell’oggetto.

I numero di addendi può essere altissimo, ma sempre finito.

Sia “n” il numero massimo di termini della serie sarà sempre possibile aggiungere un nuovo termine “n+1”. Sotto questo aspetto la serie ha potenzialmente infiniti termini.

Ogni termine è una funzione frattale che può ingrandirsi e rimpicciolirsi, quindi i termini acquistano importanza differente (pesata) a seconda se si ingrandiscono o rimpiccioliscono.

Le proprietà di base sono codificate dal “computer centrale” (Dio?) in modo da stabilire una realtà stabile con caratteristiche definite e accordate. In tal modo si creano delle regole precise di accordo e il gioco che noi chiamiamo realtà acquista una validità oggettiva per tutti i giocatori che abitano lo schermo. Questo crea un grande vantaggio educativo in quanto attraverso l’osservazione e le varie connessioni gli abitanti di quella realtà svilupperanno sia la deduzione logica che l’aspetto creativo artistico insomma creeranno una coscienza percettiva evoluta e consapevole.

E’ di fondamentale importanza che per un ampio lasso di tempo, queste proprietà degli oggetti primari creati dal computer centrale rimangano stabili, quindi non siano alterabili dagli utenti che stanno sullo schermo e che devono crescere in consapevolezza senza “cambiare le carte in tavola”.

Esisterà quindi un insieme di meccanismi che blocca la possibilità di modificare intrinsecamente la materia. Questo insieme di meccanismi al momento opportuno verrà tolto, e verrà lasciato campo libero alle consapevolezze di entrare nel computer come programmatori. Questo deve essere fatto gradualmente, va da sé che questa libertà è estremamente pericolosa. A fronte di molti individui evoluti e altruistici che si dedicheranno al bene comune, esiste la controparte opposta egocentrica che cercherà di sfruttare la cosa per sottomettere gli altri al proprio volere.

La presa di coscienza di questo meccanismo da parte della maggioranza dell’umanità viene definita “Apertura del grande portale”. Questa nuova consapevolezza rimette in gioco il grande quesito: “Chi ha programmato il computer centrale in modo da creare questa realtà?”

La nuova conoscenza si mescolerà necessariamente con l’aspetto religioso, dopo l’apertura del “grande portale” la distinzione tra scienza e religione andrà riducendosi progressivamente.

Il modello della serie di frattali olografici ci permette di prevedere varie possibilità e ci chiarisce vari fenomeni che si possono realizzare una volta entrati in possesso della capacità di aggiungere la nostra programmazione a quella del computer centrale.

·         1°- Possiamo aggiungere proprietà non appartenenti intrinsecamente a quel tipo di materia. Per esempio possiamo aggiungere un nuovo termine al file (legno) facendolo diventare magnetico, o conduttivo.. Possiamo far diventare solido a temperatura ambiente il gas metano ecc.

·         Possiamo far si che l’elemento acqua contenga il termine ubriacatura, o qualsiasi altra proprietà. Questo già viene fatto dall’omeopatia, però va detto che non avendo capito ancora a fondo i meccanismi non sempre i principi omeopatici hanno le stesse proprietà. La storia dell’acqua utilizzata, ma soprattutto l’essere umano che esegue il processo assumono importanza fondamentale e introducono rendimenti variabili.

·         2°- Possiamo togliere o diminuire delle proprietà intrinseche dell’oggetto. Per esempio il rame potrebbe diventare un isolante elettrico se gli togliamo la proprietà di conduzione. Questo si riallaccia alla problematica dello squilibrio degli oggetti a cui rubiamo proprietà elettriche con il sistema del disgregatore di Tesla. La massa di un accumulatore usato come fonte energetica nel disgregatore Tesla verrà privata di una sua parte elettrica, un uomo nelle vicinanze subirà un tentativo di furto della sua parte elettrica da parte della massa dell’accumulatore che sta cercando di riequilibrarsi. A sua volta il corpo l’uomo destabilizzato cercherà di riappropriarsi del mal tolto e quando si avvicinerà ad apparecchiature elettriche queste subiranno delle alterazioni.

·         3°- Possiamo creare nuovi materiali con caratteristiche mai viste: superconduttività, assorbimento totale dell’intero spettro elettromagnetico, durezze incredibili ecc.

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Effetto hacker che entra in un programma

Il modello Matrix ci permette di estendere la comprensione a come entrare nei file di un oggetto per modificarlo.

L’hacker è un individuo che è in grado di collegarsi ad un computer esterno, entrare in un file e modificarlo. Questo procedimento è possibile farlo anche negli oggetti della nostra realtà.

Qualche anno dopo la mia laurea in fisica all’età di 28 anni ebbi modo di verificare personalmente questo fatto, quello che vidi fu così destabilizzante che tutta la mia vita successiva rimase sconvolta e determinata da quelle lunghe ma precise verifiche.

Ne parlo dettagliatamente qui http://didatticacomputer.it/index.php?option=com_remository&Itemid=0&func=select&id=6 [2]

Un individuo dotato di un surplus energetico orgonico, si sintonizzava su una carta da gioco e la faceva cambiare o spostare o sparire o altro ancora.

Da subito verificai che nella prima fase del fenomeno egli doveva percepire profondamente la carta da gioco tanto da indovinarla, poi creava le modifiche.

Per molti anni continuai a chiedermi in che cosa consisteva questa specie di sintonizzazione, ora 40 anni dopo, sono dell’avviso che la regola sia questa:

Sintonizzandosi anche su un solo elemento della serie si può entrare in collegamento con tutta la serie se le energie orgoniche e le capacità vibrazionali dell’operatore sono adeguate.

La sintonizzazione su un elemento della serie potrebbe essere data dalla capacità di creare entro di noi l’immagine esatta dell’oggetto. Questa ci permette un aggancio vibrazionale l’intero file. Ovviamente non basta la visualizzazione perfetta, occorre che il soggetto sia in grado di modificare l’energia orgonica con cui è fatto il file. Questo tipo di capacità è in genere descritta come “magnetismo biologico”. Ci sono individui che la possiedono in grande misura, altri invece sono molto bassi.

Quando il personaggio superdotato non riusciva ad indovinare la carta da gioco, si aiutava toccandola, chiaramente era un soggetto che coglieva attraverso il contatto delle ulteriori caratteristiche che gli permettevano la sincronizzazione che precedeva la successiva manipolazione fatta con la sola mente.

Questo fenomeno ricorda quello che accade con il corpo umano, basta una piccolissima parte, per capire il DNA di tutto il corpo.

Questo principio implica che ci sia una grande fluidità nel soggetto percepente, egli deve essere in grado di cambiare il suo stato vibrazionale così come si fa con la sintonizzazione delle radio.

Da quello che ho visto il “vuoto mentale” è una condizione necessaria ma non sufficiente.

Gli sciamani chiamano questa sincronizzazione con il termine di “vedere l’oggetto nella sua essenza”. Essi dicono che tutto ciò che esiste si oppone ad essere visto per ciò che è, in base ad un principio di autoconservazione, e come se un computer non volesse rivelare la password all’Hacker.

Gli sciamani imparano a contemplare a lungo un oggetto per giorni se necessario, finché non ne percepiscono l’essenza. Solo allora potranno interagire attraverso l’accumulo di energia orgonica e l’uso di una forte volontà. Quando hanno imparato a dominare la cosa essi dicono che hanno capito “l’intento”. Per esempio si dice che lo sciamano Silvio Manuel (vedi Carlos Castaneda: Il dono dell’aquila) fosse padrone dell’intento di ogni cosa e quindi poteva far materializzare o modificare ogni cosa.

Avendo visto personalmente queste cose, non ho dubbi sulla similitudine del modello, tuttavia sono perfettamente consapevole che l’eventuale scienziato convinto che la materia “esista intrinsecamente”, scienziato condizionato dal metodo scientifico della verifica, non possa che sorridere ironicamente di fronte a tal affermazioni così “fuori”.

Ad ognuno il proprio vissuto!

Riprendendo il discorso della sintonizzazione, c’è una cosa che vale la pena precisare perché può venir utile. Se immaginiamo il file scritto con il linguaggio binario avremmo un lunghissimo numero binario con tanti “1 ” e tanti “0″. Ebbene la sommatoria degli 1 non è in genere uguale alla sommatoria degli 0, se noi creiamo un file con le stesse % di 1 e di 0 avremo una discreta probabilità di entrare in risonanza con il file dell’oggetto. Questo accade perché dal punto di vista ondulatorio il file è scomponibile una serie formata da una somma di onde.

Questo metodo che permetterebbe di entrare in risonanza con il file dell’oggetto è molto approssimativo, va bene per disgregare o riaggregare una materia, ma appena si opera su qualcosa di più sofisticato non si ottiene la necessaria stabilità. Manca la regolazione fine, essa può essere realizzata solo dall’aspetto mentale di individui superdotati.

Pier Luigi Ighina aveva costruito macchinari che misuravano la percentuale di quella che lui chiamava “energia solare” e della controparte “energia terrestre” inerente al file di un oggetto, se per esempio questo era un melo, avendo energia orgonica e proiettandola su un pero con le stesse percentuali, il pero aveva la tendenza a divenire melo.

Lo stesso principio viene sfruttato dal “raggio disgregatore” portato alle cronache da Franco Cappiello, in grado di disgregare 35 cm3 di ferro in una frazione di secondo usando l’energia di una batteria da 12 Volt.

Tutte queste macchine hanno però la caratteristica di essere legate all’operatore in modo più o meno forte. Non sono in genere ripetibili ne utilizzabili industrialmente, però servono a dare testimonianza della teoria esposta.

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L’imprinting – precisazioni

Mentre la parte precedentemente era basata su esperienze personali e quindi ha alte probabilità di avere una buona validità, le considerazioni che seguono sono molto più aleatorie, quindi potrebbero essere deduzioni ricavate da troppo pochi elementi.

Quando noi, quali novelli Hacker, riusciamo ad entrare in contatto con un file di un materiale possiamo fare varie cose come già detto.

Una possibilità è data dalla sovramodulazione, cioè se noi creiamo un’onda molto grande di modulazione essa andrà a interagire con il file dell’oggetto facendo prevalere certe caratteristiche, proprio come la vicinanza di una forte emittente radio può entrare in un giradischi o altri apparati non precipuamente preposti alla ricezione via radio.

Una potente sovramodulazione potrebbe alterare le qualità di una certa materia, ma solo momentaneamente.

Volendo cambiare intrinsecamente le caratteristiche di una data materia, dovremmo imparare a “formattare” parte dei termini della serie e riscrivere nel programma le proprietà che desideriamo introdurre.

Forse, quando noi rubiamo energia orgonica da un materiale sarebbe bene che riuscissimo a riequilibrarla il più possibile, così ci creerà pochi problemi.

L’ideale è equilibrare tutto in partenza al momento del “furto”. Per esempio se rubiamo una qualità sarebbe opportuno rubare anche l’opposto nella stessa misura.

Al nostro attuale stato di conoscenza tutto ciò è fuori portata, quindi molto probabilmente tutte le eventuali macchine orgoniche industrializzabili finirebbero per essere instabili e pericolose.

Solo individui superdotati possono operare con queste cose prudentemente e in proporzione alle loro abilità.

Che fare dunque? Questa nuova scienza ci è preclusa?

Essendo ormai giunta l’epoca della rivelazione con la prossima apertura del “Grande Portale” ci vengono messe a disposizione nuove tecniche per ottenere energie orgoniche sufficientemente equilibrate.

Negli ultimi anni è comparso sulla scena un individuo “strano”, ingegnere nucleare alternativo iraniano di nome Keshe.

Dai suoi libri io deduco che egli propone un metodo alternativo che permette di ottenere energia orgonica in grande quantità ed in modo equilibrato. Keshe descrive un metodo che disgrega dolcemente piccolissime quantità di materia totalmente. Tutta la piccola quantità di materia viene decomposta al suo stato originale cioè il file con cui il grande computer l’aveva creata, il file viene azzerato in una sorta di formattazione perfetta e tutta l’enorme “memoria” presente nel computer di base inerente a quel particolare materiale viene messa a disposizione in modo pulito e stabile. E’ come se nell’Hard disk del computer centrale ci fosse concesso uno spazio libero di memoria dove possiamo scrivere ciò che vogliamo, a seconda delle nostre abilità.

Ci vien data la possibilità quindi di diventare i dei creatori di materia sostituendo vecchia materia già creata con una nuova.

Il metodo si basa sul principio che le particelle elementari in stato di alto vuoto si allargano, cosicché i campi che li formano si espandono similmente ad un gas. Il risultato è che diventano molto più “molli” e disgregabili. Ora con una adeguata rotazione e in particolari situazioni le particelle sfregando l’una con le altre si comportano come due diamanti che pur durissimi sfregando l’un l’altro finiscono con lo sbriciolarsi.

Nella prima fase delle sue scoperte Keshe faceva ruotare i gas con una piccola elica magnetica che ruotava internamente ad una sfera rarefatta. Poi si è accorto che era più semplice far ruotare la sfera di contenimento.

Sembra che pian pianino una certa quantità di micromateria riesca a disgregarsi, a quel punto si innescherebbe una situazione interessante con un’enorme quantità di energia libera. A questo punto sembrerebbe che si formasse all’interno una sfera energetica che prende vita propria.

Può succedere per esempio che non sia più necessario far ruotare la sfera esterna, all’interno si formerebbe un plasma luminoso vivo che incomincerebbe a gestire un meccanismo di sopravvivenza autonomo. Quando accade non rimane che assecondare il volere del plasma, se per esempio il motore che faceva girare la sfera si spegne non bisogna farlo ripartire forzatamente, pena la distruzione dello stesso.

Il procedimento che porta in essere la vita di una sfera plasmatica richiede un lungo tempo che va da giorni a mesi.

Se più generatori orgonici sono presenti nello stesso ambiente tendono ad agganciarsi in quanto il materiale orgonico che si forma si sincronizza con l’equivalente che si trova in un altro generatore. Il simile si sincronizza con il suo simile.

L’ambiente in cui vari generatori si attivano diviene carico di energie orgoniche e le persone presenti possono diventare degli “attivatori” e realizzare cose ritenute impossibili.

Il campo magnetico del posto si altera e compaiono valori abnormi, ad un certo punto può accadere che comincino a comparire fenomeni antigravitazionali. L’operatore presente deve entrare in sintonia con il macchinario, consapevole che ha una sua vita e che va rispettata. Si deve instaurare un rapporto di reciproco rispetto, in tal caso tutta la situazione volge verso il positivo per il futuro.

Camillo Urbani